Negli ultimi anni, grazie all’aumentare della possibilità dell’autopubblicazioni, sono usciti svarianti titoli Indie ispirati all’intramontabile era 8 Bit. L’esempio più famoso è sicuramente Shovel Knight, vera e propria magnificenza e tributo dei giorni nostri a tutta la bontà delle meccaniche old school. Ma non mancano anche produzioni minori di egual qualità, come il non troppo mai elogiato Oniken (qui potete leggere un nostro titolo al riguardo).
Poi, in mezzo a questi nomi altisonanti, c’è anche una scena di sviluppatori arrangiati alla meglio che provano a tramutare i loro sogni d’infanzia in realtà. E’ il caso di Adam Mowery e del suo Curse of the Crescent Isle DX (disponibile per PC, MAC e Linux), versione potenziata di Curse of the Crescent Isle, uscito qualche anno prima per Xbox Live.
Il gioco attinge a piene mani dal gameplay di Yume Kōjō: Doki Doki Panic (platform del 1987 per NES famoso alle cronache per essere stato da noi rimpiazzato con il nome di Super Mario Bros 2), ma differentemente dal titolo Nintendo, qui non useremo la raccolta di ortaggi per sconfiggere i vari mostri, qui i vari nemici raccolti serviranno per risolvere rompicapo dal sapore puzzle.
Così c’è il mostro che quando viene scagliato contro un altro raddoppia la loro grandezza, un altro ci sarà utile per spaccare le rocce e un altro ancora sarà indispensabile per ghiacciare l’acqua, e così via. Inutile dire che ognuno di essi sarà indispensabile per proseguire l’avventura, la quale ad un primo momento non propone un grandissimo level design, ma andando avanti di stage in stage si potrà apprezzare una continua ed equilibrata articolazione dei livelli.
Graficamente Curse of the Crescent Isle DX è un delizioso tributo alla terra del Sol Levante. Gli eroi, i nemici e i boss sono caratterizzati con un delizioso stile nipponico che rimanda la mente ai ricordi lontani, in particolare al mai troppo elogiato Alex Kidd. Riuscendo così a ricreare con efficacia la sensazione di giocare ad un titolo del passato.
La vena marcatamente retrò si fa sentire anche nell’uso sapiente dei temi in chiptune, forse la parte migliore dell’intero prodotto. Ammiccanti e freschi, rispecchiano la vena leggera dell’intero prodotto confezionato da Adam Mowery.
Nonostante la tanta passione intrapresa nel progetto è però impossibile non soffermarsi sulle incertezze del gameplay. Curse of the Crescent Isle DX è un titolo fin troppo semplice; può essere completato senza grandi sforzi in meno di un’oretta, o poco più. Qualche volta si incappa in qualche bug che ci ricostringerà a partire dall’ultimo checkpoint, e spesso questo consiste nella maggior sfida proposta dall’intera avventura. Anche le boss battle, per quanto divertenti, appaiono prive del mordente necessario per dare una reale sensazione di soddisfazione. Inoltre le modalità secondarie (Speedrun Mode e Boss Rush Mode) non aggiungono un vero valore aggiuntivo all’esperienza di gioco, apparendo così come dei contenuti extra forzati e fuori contesto.
In ogni caso, tenendo conto anche della natura amatoriale del progetto, Curse of the Crescent Isle DX è un titolo discreto, che saprà comunque intrattenere gli amanti di retrogaming.
Video gameplay di Curse of the Crescent Isle DX.
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