Certi videogame sono destinati a segnare la storia videoludica e quindi ad essere a tutti i costi posseduti da ogni videogiocatore che si rispetti, mentre altri passano un po’ in silenzio e forse non hanno le carte giuste per ispirare altri giochi alle medesime caratteristiche in modo da scrivere la storia, ma proprio grazie alla loro peculiarità di essere senza modelli e senza eredi fanno di loro veri e propri prodotti di culto tra gli appassionati. Uno di questi giochi è senza ombra di dubbio Holy invasion of Privacy, Badname! What Did I Do to Deserve This, My Lord? sviluppato da Acquire e uscito nel dicembre del 2007 per poi vedere territorio occidentale grazie all’importatore Nippon Ichi Software due anni dopo. Il gioco fu sviluppato sul primo portatile Sony PlayStation Portable (conosciuta con la sigla di PSP) ed è uno dei più interessanti dell’intero catalogo, cosa non facile visto l’enorme parco titoli della console e l’alta qualità di molti di essi.
Il concept del gioco è tanto semplice quanto pieno di stile. Per prima cosa è necessario soffermarsi subito sullo stile grafico scelto dagli sviluppatori. La parola scelto è doverosa dal momento che il gioco è volutamente in stile minimale tanto da richiamale l’epoca dei sistemi ad 8-Bit senza usare neanche la metà del potenziale della console Sony, tuttavia il risultato finale è un vero e proprio tocco di classe e un trionfo di colori, animazioni e sprites allegri e divertenti, perfettamente in sintonia con lo stile scanzonato del gioco. Nonostante la grafica sia ispirata a qualcosa di estremamente conosciuto non fatevi tirare in inganno, Holy invasion of Privacy, Badname! offre un gameplay unico e irripetibile. Nei panni del Dio della Distruzione dovremo interagire con un giovane aspirante cattivone dalle sembianze vampiresche per aiutarlo, o meglio, a donargli il nostro potere per difendere il suo dungeon da gloriosi eroi che vorranno mettere fine al regno del male come segno della nostra misericordia e potenza. Tutto questo si svolge in una meccanica di strategia in tempo reale dove il nostro potere sarà impersonificato da un piccone con il quale dovremo distrugge i vari blocchi di terra del mondo sotterraneo (impersoniamo i cattivi, dove possiamo stare se non nelle viscere della terra?) per creare labirinti e un rifugio al nostro suddito, tuttavia la cosa più importante è creare un ecosistema in grado di dare la vita a molteplici mostri. Proprio questo è il bello di questo atipico gioco, l’idea di fondo di non limitarsi a piazzare qua e la qualche nemico o trappola, ma quello di impegnare il giocatore a creare un ecosistema favorevole per i mostri sostenibile a lungo tempo in modo da vendere cara la pelle all’eroe di turno che cercherà di annientarci. E vi garantisco non sarà facile farlo, ci sono molte cose da tenere sotto controllo, come il fattore dei mostri che si divorano tra di loro oppure il bisogno di liberare determinati blocchi speciali; tutto questo mentre gli eroi si dirigono verso la base per estirparla così da indurci a ragionare ma allo stesso tempo a sbrigarci a far scelte (e la cosa non giocherà sempre a nostro favore, anzi…).
Il gioco in modalità storia è suddiviso su molteplici livelli di difficoltà crescente e come se non bastasse non sarà possibile salvare in nessun modo i progressi, particolarità atipica nei giochi di generazione post 32-bit che rende il gioco davvero impegnativo e richiama a tutti gli effetti i vecchi giochi arcade. Fortunatamente il titolo è divertente e rigiocabile senza annoiare mai, anzi, donando il gusto di esperienze sempre nuove grazie al suo già citato ecosistema che garantisce ingegno ma anche casualità degli eventi che garantisce sempre qualcosa di nuovo ad ogni partita. Per imparare tutti i segreti del mestiere di un dio malvagio avremo a disposizione anche un tutorial semplice, divertente e completo. Se non bastasse possiamo una volta sconfitto un eroe o creato un nuovo mostro sfogliare l’almanacco per approfondire la loro conoscenza. E dulcis in fundo il titolo offre anche un editor per i videogiocatori più creativi. Holy invasion of Privacy, Badname! è più difficile spiegarlo che giocarlo, ha un mondo tutto suo nel quale non servono tante parole o grandi tecnicismi per essere goduto ma chiede semplicemente di essere giocato. E’ un gioco che va vissuto con tutto il suo stile retrò e tutto l’impegno necessario per trarre il meglio da un’idea più unica che rara che ancora oggi riesce a renderlo imperdibile per ogni videogiocatore; forse non è un capolavoro, sicuramente è qualcosa di unico.
Acquire rilasciò anche un seguito nel 2010, il quale è praticamente identico al titolo originale con l’aggiunta di una nuova modalità storia e di molti più nemici e mappe giocabili.
Acquire rilasciò anche un seguito nel 2010, il quale è praticamente identico al titolo originale con l’aggiunta di una nuova modalità storia e di molti più nemici e mappe giocabili.
Link approfondimento:
Sito ufficiale del gioco (Lingua inglese)
Sito ufficiale Acquire (Lingua giapponese)
Sito ufficiale Nippon Ichi Software (Lingua inglese)
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