3 dic 2013

Speciale Burning Fight - Botte da orbi in stile Final Fight!

image
Quali sono le caratteristiche che deve avere un buon picchiaduro a scorrimento?
  1. Una rissa da delirio.
  2. Armi a volontà.
  3. Comparto sonoro grintoso.
  4. Ritmi di gioco elevati.
  5. Mosse, poche ma buone!
Queste sono sicuramente cinque regole da seguire per creare la base di un ottimo beat’em up in stile retrò. Aggiungeteci un reparto tecnico all’altezza con un'ambientazione riuscita ed il gioco è fatto. Si possono raggiungere anche alti livelli di divertimento come nel caso del mitico Burning Fight per il Neo Geo, rilasciato nel 1991 dalla SNK.
imageimage
Ok, forse Burning Fight non è entrato nella storia come il gioco più originale degli anni 90, visto anche la chiara ispirazione (quale eufemismo!) al capolavoro Final Fight della Capcom. In ogni caso è un gran bel picchiaduro a scorrimento.
La grafica sfrutta al meglio le caratteristiche del Neo Geo gestendo sprite grossi (anche se un po’ legnosi), con background coloratissimi e molto dettagliati. Ma la cosa più efficace è calcolo degli oggetti della console targata SNK, capace di regalare risse degne di nota, caotiche e divertenti. Il sonoro si attesta su livelli non stratosferici ma sicuramente piacevoli e funzionare.
I temi musicali sono leggeri e incalzanti, mentre gli effetti sonori sono potenti e d’impatto. Al di la del lato puramente tecnico la cosa migliore del titolo risiede sicuramente nel gameplay, il quale analizzeremo subito.
imageimage
Burning Fight non ha nessuna sequenza animata speciale, nessuna presentazione, neanche un vero e proprio finale. Il beat’em up di Osaka non si perde in inutili fronzoli ed arriva dritto come un pugno in faccia. Inserito il fatidico gettone potremo scegliere fra tre personaggi:
imageBilly: il classico personaggio grosso e forte.
imageDuke: l’immancabile eroe americano deciso.
imageRyu: esperto di arti marziali, veloce e preciso.
Una volta selezionato il nostro beniamino saremo immersi in un ambiente urbano pieno zeppo di criminali da sconfiggere, di varia tipologia, tra cui: nemici armati, motociclisti e addirittura avversari pronti a farci a fettine alla guida di un muletto. Immancabili i boss livello, tutti pieni di cliché del genere e abbastanza stupidi (quanto antipatici) da meritare una buona dose di mazzata.
Ad arricchire le situazioni di gioco ecco il supporto delle armi, le quali richiamano molto quelle di Double Dragon, analizziamole insieme:
imageDinamite: devastante ma pericolosa, tenersi alla larga!
imageBastone: arma veloce e potente, la preferita dai lottatori.
imagePistola: da distante è efficacissima, da lontano un po’ meno.
imageBottiglia: quando non c’è altro… è più il piacere di spaccarla…
imageColtello: corto ma efficace, può sempre essere lanciato.
imageBarile: travolge i nemici senza troppi complimenti.
L’ottima azione arricchita da questi elementi viene impreziosita con una buona velocità di gioco e un discreto numero di mosse per personaggio. Qualche incertezza invece è possibile osservarla nelle collisioni, poco dinamiche e poco incisive, nulla di tragico però.
Possiamo concludere dicendo che Burning Fight Insieme a Final Fight e Vendetta (titolo storico della Konami) sono la testimonianza di un’epoca indimenticabile per quanto riguarda i picchiaduro a scorrimento su schede arcade. Assolutamente da giocare con un amico ricordando i bei tempi passati della via delle mazzate!
Gameplay di Burning Fight.

Link approfondimento:
Info sul gioco (da wikipedia, italiano).
Neo Geo (il nostro articolo).
Sito ufficiale SNK (in inglese).

Pubblicità:

0 commenti:

Posta un commento