24 gen 2014

Dossier Art of Fighting - L’arte del combattimento secondo SNK!

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Dopo il dossier di Fatal Fury non potevamo esimerci dal realizzare quello di Art of Fighting (Ryuko No Ken, in Giappone) della mitica SNK
Questa storica saga è stata una delle più importanti della software house di Osaka, rappresentando insieme a Fatal Fury, Samurai Shodown, The King of Fighter e Last Blade il fiore all’occhiello delle produzione nate e sviluppate su Neo Geo, riguardante il genere picchiaduro ad incontri
In un certo senso Art of Fighting può essere considerato il fratello di Fatal Fury, condividendo con il titolo di Terry e company la stessa ambientazione (la città di South Town) e un intreccio narrativo (infatti la saga è ambientata a fine anni 70, quindi prima della leggenda del lupo famelico). 
Ma andiamo a vedere con ordine i tre capitoli di questa fantastica trilogia.

Art of Fighting:
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Storia:
Yuri Sakazaki è stata rapita a South Town. Suo fratello Ryo Sakazaki è un esperto di Kyokugenryu Karate, tanto da essere conosciuto con l’appellativo di Dragone Invicibile (“The Invincible Dragon”). Sicuro delle sue capacità e determinato a ritrovare sua sorella si mette subito all’opera cercando indizi tramite i suoi rivali. 
A lui si aggiunge l’italiano Robert Garcia, amico d’infanzia di Ryo e anch’esso esperto di arti marziali, meritevole di essere chiamato la Possente Tigre ("The Raging Tiger" o "The Mightiest Tiger). 
Inizia così l’avventura che vedrà i due amici in una serie di incontri all’ultimo sangue, fino all’incontro decisivo contro Mr Big, magnate del crimine organizzato della città. Tuttavia non sarà lui l’ultimo boss…  

Descrizione:
Art of Fighting venne rilasciato nel 1992. Il gioco era ispirato alla prima generazione di picchiaduro e inaspettatamente era più simile al primo Street Fighter anziché al secondo capitolo. La cosa non stupisce dal momento che Takashi Nishiyama lavorò come direttore al primo capitolo della saga Capcom prima di avventurarsi nel 1988 in SNK per realizzare tutte le maggiori saghe nate su Neo Geo, tra cui appunto anche Art of Fighting. Sebbene il concetto sia simile a Street Fighter, per quello che riguarda lo svolgimento della storia e la possibilità di usare solo 2 personaggi (Ryo e Robert), il gioco risultava più complesso e maturo. 

Comparto tecnico:
Nel 1992 Art of Fighting appariva spettacolare, con una grandezza di sprites impressionante, enfatizzati anche da spettacolari zoomate. Mentre a livello di animazioni però il gioco appariva ancora acerbo. Introdusse anche i danni, ogni personaggio verso la fine della propria barra vitale accusava lividi e graffi sul proprio volto. 
Il sonoro era maestoso e i colpi riecheggiavano attorno al cabinato; Art of Fighting dava una vera sensazione di potenza, merito di effetti sonori decisi e aggressivi, mischiati a musiche cariche di adrenalina. 
Il gioco era anche ricco di schermate di intermezzo, le quali volutamente ispirate ai film d’azione made Hollywood anni 70/80. Per SNK fu un passo davvero in avanti, molto superiore al primo Fatal Fury.

Gameplay:
Il gioco si differenzia da qualsiasi altro esponente del genere per quanto concerne il gameplay. Art of Fighting ha una giocabilità unica e introdusse molte features ancora oggi salde nella concezione dei nuovi picchiaduro. Come ad esempio le super mosse, la gauge bar, personaggi nascosti, crescita del personaggio (tramite bonus stage) e schermate in tempo reale. 
Nonostante qualche sbavatura (ad esempio personaggi legnosi e collisioni incerte), il primo titolo della saga regalava un’esperienza profonda, dove ogni colpo era decisivo e l’uso delle mosse era essenziale (le quali non erano infinite come nei canonici picchiaduro, ma limitate grazie all’uso della power bar). 
Giocare in maniera ottimale richiede una grande concentrazione, oltre ad una padronanza indiscutibile dei personaggi.

Art of Fighting 2:
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Storia:
Dopo tre anni dalla disfatta di Mr Big, e la rivelazione di Mr Karate, si presenta Geese Howard (storico boss di Fatal Fury, qui in un’inedita versione giovanile). 
Quest’ultimo organizza il The King of Fighters nella città di South Town e si propone come finalista del torneo.

Descrizione:
Il secondo capitolo mantiene inalterato lo stile di gioco ed espande la schiera dei lottatori selezionabili. 
Infatti in Art of Fighting 2 era possibile utilizzare 12 personaggi, tra cui tutti quelli del primo episodio (escludendo solamente il buon Ryuhaku Todo, il quale farà un’unica apparizione in Capcom VS Snk 2). Questa scelta fu dettata anche per adeguarsi agli standard dei picchiaduro dell’epoca dal momento che fu rilasciato nel 1994, in piena febbre Super Street Fighter 2.

Comparto tecnico:
Art of Fighting 2 conserva e migliora tutto quello visto nel primo capitolo. Le animazioni sono molto migliorate e anche la grafica degli enormi sprites è più convincente e pulita; elaborati su nuove palette di colori, maggiormente brillanti e nitide. 
Qui ogni personaggio ha la sua storia e suoi intermezzi, anche se non complessi come nell’episodio precedente. Così come mantengono stage e temi musicali unici, tutti di pregevole livello.

Gameplay:
Praticamente uguale al suo predecessore. Aumenta la varietà di mosse, ma i colpi base rimangono sempre i soliti tre. Rispetto ad Art of Fighting il livello di difficoltà della CPU viene incrementato, spesso in maniera esagerata. Infatti l’uso di script per le reazioni dell’avversario sono spesso esasperanti. I nemici erano capaci di prevedere le nostre mosse ancora prima di finirle, questo creava una difficoltà macchinosa, dove più che l’abilità propria contava la capacità e la pazienza di trovare trucchetti adeguati per assicurarsi la vittoria. Ad esempio Eiji Kisaragi era uno degli avversari più potenti affrontato in maniera normale, ma appariva totalmente incapace di reagire usando di continuo i calci volanti.

Art of Fighting 3 (Gaiden):
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Storia:
Le vicende si spostano da South Town (America) per passare a GlassHill (Messico). Narrando le vicende di Freia Lawrence, amica d’infanzia di Robert Garcia, il quale ha deciso di aiutarla dalla minaccia di Wyler. Un pazzo mitomane amico e collega del padre della ragazza, con il quale aveva progettato un elisir capace di aumentare la forza umana in maniera mostruosa. Deciso a completare e sperimentare lui stesso questo elisir, Wyler minaccia Freia e il destino della città stessa.

Descrizione:
Rilasciato nel 1996, Art of Fighting 3: The Path of Warriors (in Giappone chiamato semplicemente Gaiden) passò un po’ in sordina tra gli appassionati. Le cause sono molteplici, prima tra tutte una concorrenza sfrenata di altre saghe storiche, molte firmate dalla stessa SNK. In secondo, una scelta radicale di cambiamento, simile per certi versi a quella di Street Fighter 3. Ovvero un cambio totale del roster dei personaggi (conservando solo Ryo e Robert), dell’ambientazione e addirittura dell’eroe (qui il protagonista è Robert Garcia). Anche sul versante gameplay il gioco dava molto spazio alla sperimentazione, rimodificandone i canoni della saga e dei picchiaduro bidimensionali, avvicinandosi al concept di quelli 3D. 

Comparto tecnico:
Art of Fighting 3 appariva “mostruoso” (nel senso buono, ovviamente) in quel lontano 1996. Gli sprites come sempre erano enormi, ma questa volta le animazioni erano davvero incredibili. SNK fece uso massiccio del rotoscoping, una speciale tecnica di motion capture per grafica in 2D. Portando così il caro vecchio Neo Geo a livelli qualitativi mai visti prima. A questo si aggiungevano degli scenari strepitosi, ispirati ed evocativi, deliziosamente animati (storico è lo Quixotec Temple). Insieme a Last Blade 2 e Garou: Mark of Wolves rappresentano il top per quello che riguarda il Neo Geo.

Gameplay:
Come tipico della saga anche questo terzo capitolo puntò molto sulla sperimentazione, stravolgendo in parte il gameplay originale. Infatti per la prima volta in Art of Fighting venne introdotto un massiccio uso di combo e un generoso juggle system, il quale permetteva il concatenare un gran numero di colpi. 
Venne ancora ampliato l’uso delle Mosse Speciali, aumentando la loro efficacia. Così come per le Super Mosse, le quali ora permettevano il “Ultimate K.O.”, dove il giocatore (o il nemico) poteva concludere il match anche vincendo solamente un round. 
I personaggi, nonostante evidenti differenze stilistiche, erano tutti ben equilibrati; anche i personaggi più stravaganti, se usati al meglio, potevano competere tra di loro.

Oltre alla trilogia principale:
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Eredità:
Nonostante Art of Fighting conti solo tre episodi, i personaggi di questa saga hanno avuto un enorme successo e hanno trovato posto fisso nella saga di The King of Fighters. Ma non solo. Anche in Quiz King of Fighters sono presenti come personaggi utilizzabili Ryo Sakazaki, Robert Garcia e Takuma Sakazaki; in più vanta vari cameo come Yuri Sakazaki, King e Jack Turner.
Ryo Sakazaki appare anche in ben due capitoli di Fatal Fury (Fatal Fury Special e Fatal Fury: Wild Ambition, in quest’ultimo come Mr Karate). Anche nel picchiaduro 3D Buriki One appariva Ryo, con il pseudonimo di Mr Karate 2. 
I personaggi di Art of Fighting sono anche stati trasportati nei vari crossover Capcom Vs SNK (sia giochi di carte, sia quelli di lotta). 
In Garou: Mark of Wolves è presente un personaggio di nome Khushnood But, il quale è maestro di Kyokugenryu Karate e chiamato The Invincible Dragon (stesso appellativo usato anche per Ryo, il quale era a sua volta il suo maestro).

Art of Fighting: L’occhio di Sirio:
Anche un OAV è stato dedicato alla saga nel 1993; intitolato Art of Fighting: L’Occhio di Sirio. Tuttavia questo anime non seguiva strettamente le vicende del gioco originale, vedeva Ryo e Robert alle prese con Mr Big per liberare Yuri, ma questa volta la vicenda nasce su di un malinteso. Infatti i due ragazzi vengono scambiati come ladruncoli di un prezioso diamante chiamato “L’Occhio di Sirio”, il quale gli causerà più di un problema, tra cui il riscatto da parte di Mr Big per riavere Yuri. 
L’anime in se non è un capolavoro, ma nonostante tutto è godibile (tra l’altro potete guardarlo gratuitamente tramite Yamato Animation, sotto trovate il link per lo streaming).

Art of Fighting: Anthology:
Tutti i capitoli della saga sono stati racchiusi in una trilogia chiamata Art of Fighting: Anthology, uscita nel 2007 per PlayStation 2. 
La compilation non presenta grossi extra, ma la possibilità di rigiocare a tutti i capitoli della saga in un solo DVD contenente anche musiche ri-arrangiate è allettante. 
Un pezzo da collezione davvero niente male, immancabile per ogni retrogamer e appassionato di picchiaduro.

Ryuko No Ken Nekketsu:
Da grandi appassionati non potevamo non dedicare un “fan game” alla saga ed ecco, così nascere Ryuko No Ken Nekketsu. Tributo ad Art of Fighting e alla serie Kunio-Kun, capace di mischiare lo stile grafico e le meccaniche beat em up del secondo con la storia e i personaggi del primo, riassumendo tutta la serie, con un totale di 23 personaggi e decine e decine di stage. 
Potete scaricarlo gratuitamente (il link è sotto) e giocarlo sul vostro PC. Esiste anche una versione speciale WII, Dreamcast e PSP per i più esperti di homebrew.

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Leggi anche: 
Dossier Fatal Fury (articolo dedicato a Fatal Fury)
Neo Geo (articolo dedicato al Neo Geo)
Neo Geo Pocket (articolo dedicato al Neo Geo Pocket)
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