Chissà se c’è un limite di età dopo il quale diventa infantile guardare film, leggere libri o ascoltare musica. Per i videogiochi sembra esserci ed è alla soglia dei trent’anni. A quanti di voi, over 30, è capitato di sentire la classica frase: “Ma a trent’anni ancora giochi?”.
Penso in molti. Per non parlare di quando scoprono che ne fai una vera e propria passione, o addirittura, ne sei uno sviluppatore (nel nostro caso amatoriale, quindi ancora peggio perché non ci guadagniamo nulla).
Penso in molti. Per non parlare di quando scoprono che ne fai una vera e propria passione, o addirittura, ne sei uno sviluppatore (nel nostro caso amatoriale, quindi ancora peggio perché non ci guadagniamo nulla).
Ma invece di soffermarci sopra a chi ha questo comportamento, senza cadere quindi nella retorica, vogliamo analizzare quali sono i motivi che ancora oggi recludono i videogame a passatempo per ragazzini. E’ quindi è giusto tirare giù la maschera ed ammettere qualche colpa. Giochi come Metal Gear, Deus EX o Mass Effect hanno sicuramente trame profonde, con più sfaccettature, elaborate e ricche di punti di riflessioni profondi. Tuttavia è innegabile che siano una mosca bianca in un oceano di titoli fatti da consumare velocemente, senza particolare cura narrativa, la quale è spesso solitamente solo una scusa per dare l’occasione al giocatore di sparare, combattere o esplorare.
A questo però è giusto evidenziare tutti quei titoli che cercano di andare oltre alla semantica per regalare qualcosa di più empirico al videogiocatore. Zelda, Ico e Journey sono forse videogiochi che meglio rappresentano il giusto compromesso tra gameplay e trama, donando al giocatore sensazioni uniche e totalmente personali, in un ambiente poetico e stimolante a qualsiasi età lo si giochi.
Certo, anche questi titoli non sono diffusissimi, nel bene o nel male, la maggior parte dell’utenza continua a ricercare qualcosa di impatto e superficiale.
Un altro problema risiede sicuramente nelle varie tifoserie. In particolare nelle console war e nel fanatismo. Senza ombra di dubbio questo è riscontrabile anche nello sport, ma il videogiocatore dovrebbe ambire a qualcosa di più, all’avvicinamento verso il mondo dell’arte più che quello del semplice hobby. Viste dall’esterno, per quanto piene di “passione” (per usare un eufemismo), le varie diatribe su quale console ha il “cavo più lungo” appaiono ridicole, banali e immature anche ad un infante. Non riuscendo così a focalizzare il pubblico sull’aspetto più serio e tecnico.
In ultimo è, aimè, forse il il motivo più importante: gli stessi videogiocatori sottovalutano i videogiochi. E’ paradossale ma è vero: si tende a nascondere la passione, a sminuirla e in certi casi a metterla addirittura da parte. Paura del giudizio, “condizionamento mentale”, per quieto vivere… sono tanti i motivi, e qui non si giudica se legittimi o meno, si vuole solo analizzare perché i videogiochi in Italia, nonostante il forte mercato sempre in crescita, non ha ancora raggiunto lo status di arte (a differenza di altri paesi ben noti), con la conseguenza che ciò ci porterà sempre ai soliti fastidiosi epiloghi, tra cui anche il blasonato: “Ma a trent’anni ancora giochi?”.
Voi cosa ne pensate?
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Bell'articolo, complimenti!
RispondiEliminaIo ho quasi 40 anni, e negli ultimi 4-5 sto giocando sempre meno, per dir la verità.
In un certo senso, mi fa "paura" addentrarmi in roba complessa come il da te citato Deus Ex ( che considero uno dei più bei giochi di tutti i tempi ) o in GDR o strategici "pesanti". Attualmente, continuo a torturare il joypad con emulatori vari e qualche gioco di macchine, roba che impegna poco tempo e poco cervello.
Nel 2008, tuttavia, quando per mia sfortuna sono stato 8 mesi disoccupato, ci avevo ripreso gusto alla grande ed ho finito diversi giochi che avevo lasciato indietro.
Il problema è ristretto solo all'Italia credo,c'è una visione più ristretta sul divertimento,la prova è che se un quarantenne va in discoteca vestito come un buffone e si fa di cocaina non c'è problema,in Italia passi per strano anche solo con un libro in mano che non sia scritto da un calciatore,Bruno Vespa o un giallista da quattro soldi a caso.
RispondiElimina@Oscar, Ciao!
RispondiEliminaCertamente i titoli del passato erano più immediati. Lo stile arcade con il tempo è andato perso. Questo doveva essere il giusto compromesso per rendere i giochi più profondi a livello narrativo (e non solo). Il problema è che molti giochi odierni, non solo sono meno efficaci a livello puramente ludico, ma hanno anche storie e concept imbarazzanti.
La questione tempo è poi comprensibilissima, ci sono tantissime uscite, anche se alla fine i titoli davvero meritevoli di essere approfonditi non sono poi così tanti! ;)
@Nicco, Ciao!
Pienamente d'accordo, purtroppo l'Italia non percepisce bene "le culture diverse". Il problema però è anche degli stessi appassionati, tendono spesso a nasconderle pur di non passare strani. Un po' meno di paura e qualche iniziativa in più, gioverebbero alla scena (e questo vale per tutto, come giustamente hai scritto)!
34 anni , con mia moglie di 30 stiamo facendo dark soul 2 tanto per dire...
RispondiEliminaMassimiliano
Ottimo! Con Dark Soul 2 voleranno i joypad invece del solito set di piatti matrimoniali :))) (riferito alla difficoltà, ovviamente :P)!
RispondiEliminaah no, guarda dopo demon soul, dark soul la pazienza si è temprata eh eh al due siamo alla 2 run di gioco ;-)
Eliminamassimiliano
@ S.E.E.P.
RispondiEliminaIl discorso che fai riguardo agli appassionati in effetti ci sta e voglio aggiungere che attualmente se prendiamo in considerazione i grandi numeri possiamo vedere come in fondo gli stessi giocatori di stiano involvendo diventando loro stessi più chiusi a nuove idee e comunque oggi tendano ad essere più "tifosi di videogiochi" che non videogiocatori questo comunque li porta ad essere anche meno sociali e aperti verso chi non apprezza i giochi in generale o magari anche solo determinati generi.
Esatto, infatti la "tifoseria" è dannoso, e ho cercato di accennarlo nell'articolo parlando anche di console war, la quale non è più certamente quella degli anni 90, dove al limite ci si sbeffeggiava, oggi si fanno ridicole crociate... .
RispondiEliminaTi dirò,io spesso vengo sul vostro blog proprio per "annusare" un pò di nuovo l'aria dei tempi passati e mantenere la voglia di giocare con semplicità.
RispondiEliminaNegli anni 90 però si rideva di brutto con la console war,chi non ricorda il mitico Lord SNK creato da un redattore di una rivista apposta per ironizzare sul fenomeno?
Oggi purtroppo i siti fomentano,perchè le polemiche portano pù visite e contatti e quindi pubblicità.
Gìà, spesso facendo pure disinformazione. Ma va così, un atteggiamento molto infantile, il quale rispecchia anche su social network o Youtube...
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