25 mar 2014

Speciale The Story of Thor - Il picco più alto dell’era 16 bit!

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The Legend of Thor (conosciuto in America con il nome Beyond Oasis) è un titolo adventure con elementi RPG uscito nel 1994 per Mega Drive. Il titolo sviluppato da Ancient e pubblicato da SEGA, è una vera e propria pietra miliare della storia videoludica. L’alta qualità tecnica e un gameplay raffinato sono i marchi di fabbrica di quest’opera che non ha rivali, capace ancora oggi di mostrare che cos’è un Videogioco con la V maiuscola.
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Ma andiamo con ordine, partiamo dalla storia. The Legend of Thor narra le vicende del principe Ali, il quale dopo aver ritrovato un incredibile bracciale d’oro dai poteri mistici inizierà per una serie di sfortunate situazioni la sua avventura contro un’altra figura, anch’essa portatrice di un bracciale, ma questa volta d’argento. Con il potere dei quattro spiriti della Terra (Dytto, dell’acqua, Efreet ,del fuoco, Shade, dell’ombra e Bow, spirito della natura) dovrà affrontare una serie di missioni che lo porteranno a faccia a faccia con una vecchia conoscenza… .
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La storia del gioco è semplice e raccontata in maniera minimale, perlopiù integrata ad una giocabilità frenetica e avvincente. Se amate l’azione pura e dura, The Story of Thor fa sicuramente al caso vostro. La sceneggiatura appare sorprendentemente riuscita, non avrete respiro fino alla fine del gioco, in un modo o nell’altro vi ritroverete a combattere in un numero elevato di dungeon, senza alcuna possibilità di tirare anche un solo respiro.
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Il battle system è proprio il fulcro del gameplay. Quest’ultimo, sebbene sia ispirato a The Legend of Zelda, appare qualcosa di unico, mai provato prima. Immaginatevi un adventure-RPG “alla giapponese” con combattimenti richiamante i grandi beat’ em up di quegli anni (da notare come molti effetti speciali, tra l’altro, siano proprio presi da Streets of Rage) e avrete idea dell’incredibile azione che può garantire il titolo SEGA. Nonostante gli anni sul groppone rimane un titolo, anche da questo punto di vista, più unico che raro.
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Tuttavia gli spassosi combattimenti contro nemici e i boss giganteschi non minano i fondamenti fatti di esplorazione ed enigmi, come un buon RPG impone. Come prima cosa bisogna spendere qualche parola sui quattro spiriti che troveremo (i già citati Dytto, Efreet, Shade e Bow), i quali oltre ad aiutarci nei vari duelli potranno essere evocati anche per svelare nuove strade, reperire oggetti segreti e risolvere enigmi di vario genere. Il loro supporto è totale e  assolutamente indispensabile, una feature integrata perfettamente con il contesto del gioco e mai fine a se stessa.
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Oltre a questo il giocatore potrà anche raccogliere un numero non indifferente di oggetti. Si inizia con spade più forti (anche se meno resistenti rispetto al pugnale standard), passando a collezionare alimenti per curare l’energia o il mana, fino ad arrivare a equipaggiare il nostro eroe con bombe e balestre di vario tipo. La frequenza “usa e getta” di questi oggetti impone all’inventario un ciclo velocissimo. Come avrete capito The Story of Thor parte con la sesta e non scala mai, regalando una giocabilità calibrata e avvincente, in alcuni punti con picchi di difficoltà estrema, capace di rendere sempre vivo l’interesse nel giocatore.
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L’avventura scorre velocemente e The Story of Thor non è certo il gioco più longevo mai creato, anzi, con un po’ di abilità dalla propria parte si può terminare anche in meno di 6 ore. Tuttavia il titolo ha un alto tasso di rigiocabilità, superiore a titoli dello stesso genere. Merito proprio di questa particolarissima scelta di rendere la narrazione minimale, ma allo stesso tempo piena di eventi, dando grande spazio all’azione di gioco, la quale spronerà il giocatore a sviscerare il battle system. E proprio da questo presupposto nasce anche l’idea di un punteggio finale, che ci permetterà di visualizzare i nostri miglioramenti.
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Questo ottimo gioco per Mega Drive, oltre ad un gameplay eccellente, mostra tutti i muscoli della console della SEGA. Più volte giocando a The Story of Thor ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte al miglior titolo realizzato tecnicamente per console 16 bit, avvicinandosi (e in certi casi superando)  titoli 32 bit. Gli sprites sono grandi e puliti, composti da ottime animazioni e valorizzati da mappe dettagliate dai colori vividi, dove la varietà ne fa da padrone. Tutto reso maggiormente piacevole da un azzeccatissimo stile orientale.
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Anche il comparto sonoro si difende benissimo, grazie anche alla bravura di Yuzo Koshiro, il quale, ancora una volta, riesce a tirare fuori dal Mega Drive vere e proprie opere eterne, pompose ed epiche, perfette per lo stile di gioco qui proposto. L’unico lato negativo sono le (poche) voci “gracchianti”, tipico difetto dovuto dai limiti della console. Comunque questa piccolezza non sminuisce di certo il mastodontico lavoro artistico degli sviluppatori, sia in ambito grafico che in quello sonoro.
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Giunti al termine non ci resta che affermare con assoluta certezza che The Story of Thor è un capolavoro, meritevole di stare nel podio insieme a Chrono Trigger e The Legend of Zelda: A Link to the Past, come fiore all’occhiello dell’era 16 bit. Quando il videogioco diventa arte e trascende il tempo.
La presentazione di The Story of Thor.

Leggi il post su Yuzo Koshiro
Leggi il dossier su Streets of Rage
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