Ecco qui una nuova serie di articoli dove ad ogni post elencheremo cinque titoli selezionati casualmente dalla nostra collezione personale. Non ci sarà genere, data, ranking o console di riferimento, ma solo il gusto di condividere varie opinioni su molti titoli da noi giocati (e finiti) nell’arco della nostra carriera da gamer. Bando alle ciance, iniziamo subito con i primi cinque titoli!
Art of Fighting oltre a vantare un comparto tecnico semplicemente sbalorditivo per l'epoca (impossibile dimenticare la grandezza impressionante degli sprites) inseriva piccole features rivoluzionarie come la barra energetica per le mosse speciali e le micidiali super-mosse, ma anche dettagli di classe come la crescita del personaggio (grazie ad appositi bonus stage) e l'affaticamento dei lottatori man mano che la vita calava. Anche la modalità storia era complessa e intrigante con molte schermate di fine livello e la possibilità di giocarla con due lottatori (Ryo Sakazaki e Robert Garcia) dando così l'idea al giocatore di vivere la trama di un film di arti marziali. Qualche problema è invece riscontrabile per quanto riguarda la giocabilità generale, pur essendo un titolo con un gameplay valido Art of Fighting soffre di qualche difetto fastidioso; in primis una rigidità dei lottatori eccessiva, esasperata da animazioni non sempre all'altezza; in secondo luogo una IA spesso macchinosa, troppo spesso infatti l'entusiasmo dopo il FIGHT cala osservando una certa ripetitività d'azione del nemico. In ogni caso Art of Fighting rimane uno dei giochi più riusciti dell’epoca, un classico made SNK che ha saputo conquistare milioni di giocatori grazie al carisma dei suoi personaggi e alle trovate innovative riguardante il sistema di combattimento.
Crusader: Thy Kingdom Come (da noi conosciuto con il nome Le Crociate) è uno di quei titoli da giocare tutto d’un fiato, personalmente in meno di due settimane mi sono gustato l’epico finale. Cosa dire? Un buon clone della serie Total War con qualche idea rpg (le quali saranno riprese e ampliate dal bellissimo King Arthur). Anche la ricostruzione storica è pregevole con la possibilità di essere vissuta con più personaggi e finendo sub-quest. Le pecche da me riscontrate sono un livello di IA troppo ottuso e una ripetitività in certi frangenti un po' logorante. Ma a questi problemi si compensano le epiche scene di battaglia e l'attenzione a focalizzarsi per ottenere uno score sempre più alto in modo tale da ottenere più soldi, utilizzabili per potenziare il proprio esercito. Non un capolavoro, ma di certo un buon gioco, adatto anche a chi è alle prime armi con il genere.
Power Stone è uno dei titoli più divertenti per Dreamcast, una conversione praticamente identica a quella della sala giochi, anzi, migliore visto i bonus sbloccabili. Il punto forte di Power Stone tuttavia risiede in una giocabilità brillante, un picchiaduro tanto anomalo quanto divertente. Due personaggi si sfidano in grosse aree usando tutto quello che gli capita davanti (sedie, tavoli, mitra, bombe ecc), se questo non bastasse ogni eroe è munito di un set di mosse e di una trasformazione, quest’ultima possibile dopo aver recuperato tre diamanti differenti. Il tutto è adrenalinico e il roster composto da personaggi stravaganti arricchisce l'esperienza di gioco già di per se ottima nel concept. Una vera pietra miliare (secondo il mio modesto parere neanche il secondo episodio è riuscito ad eguagliare tanta bellezza).
Collezione davvero interessante contenente i primi due episodi della mitica saga Final Fantasy. Ho apprezzato il rinnovamento grafico non eccessivo, perfetto per il portatile Nintendo. Il primo capito anche con oltre 20 anni sul groppone dimostra ancora tutto il suo fascino, con una world map gigantesca e trovate davvero divertenti sparse qua e la durante l'avventura. Quello che amo di questo episodio è il fatto di dovermi scervellare per trovare gli eventi che permettono di proseguire con la trama. Unico problema rimangono le battaglie casuali davvero eccessive nei dungeon più tosti, ogni tre passi si rischia di venir attaccati! Per fortuna i combattimenti sono veloci e divertenti, in puro stile JRPG. Un classico da giocare e rigiocare.
Il secondo capitolo invece è più lineare ma vanta una storia un po' più complessa. A livello di difficoltà nonostante sia meno dispersivo rispetto al primo episodio ho trovato particolarmente ardui gli scontri, serve una buona dose di pazienza per aumentare di livello, cosa che potrebbe far calare l'interesse alla lunga. Tuttavia pur non essendo epico come il suo predecessore rimane un buon gioco. Antologia consigliata a tutti i fans di Final Fantasy e dei JRPG!
Il secondo capitolo invece è più lineare ma vanta una storia un po' più complessa. A livello di difficoltà nonostante sia meno dispersivo rispetto al primo episodio ho trovato particolarmente ardui gli scontri, serve una buona dose di pazienza per aumentare di livello, cosa che potrebbe far calare l'interesse alla lunga. Tuttavia pur non essendo epico come il suo predecessore rimane un buon gioco. Antologia consigliata a tutti i fans di Final Fantasy e dei JRPG!
Heavenly Sword fu un gioco che fece parlare molto di se all'epoca, soprattutto perché in quel periodo fu una delle poche esclusive di rilievo per la Play Station 3. Ancora oggi quando esce il discorso se ne dicono di tutti i colori, da chi dice che sia un flop totale a chi pensa sia un ottimo action. Forse la verità sta nel mezzo. Heavenly Sword è un gioco dall'ambientazione dannatamente affascinante, così come la sua protagonista, e a distanza di anni si può ancora notare una certa cura riguardante il reparto tecnico con suono e grafica davvero ben realizzati. La stessa cura però non è stata impiegata per approfondire il gameplay, spesso superficiale e poco incisivo. Il gioco così appare divertente e godibile ma perde l'occasione di essere un punto di riferimento del genere. Peccato, tuttavia ora a prezzo ribassato vale la pena possederlo.
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